Ultimamente, trovo l’universo fumettistico Marvel insipido e dimenticabile. Dopo il mega-evento Secret Wars di qualche mese fa, c’è stato un parziale reset dell’universo (più che altro una scusa per ripartire con una vagonata di numeri uno che, si sa, vendono di più) in cui il cambiamento più eclatante è stata la fine definitiva dei Fantastici 4 e l’aver portato alcuni personaggi provenienti in origine da Terre parallele nella continuità principale.

Nel gran mare di meh che è la Marvel All-New All-Different (la Nuovissima Marvel in Italia) non si salva quasi niente. Perfino titoli che funzionavano prima di Secret Wars, come Ms. Marvel, Ant-Man e, soprattutto, Hawkeye (Lemire, cosa ti è successo? You were the chosen one!), adesso sembrano irrilevanti e pare quasi facciano fatica a recuperare il loro angolino di mondo.

L’unica eccezione è costituita da The Vision, scritto da Tom King e disegnato da Gabriel Hernandez Walta (con Michael Walsh che è subentrato solo per il #7).

The Vision parla, com’è facile intuire, della vita di Visione quando non è impegnato con gli Avenger. Si tratta di un dramma famigliare con una forte componente mystery che vede come protagonista non solo Visione, ma anche la famiglia, composta dalla moglie Vivian e dai figli Vin e Viv, che lui stesso si è creato per vivere quell’esperienza di vita quotidiana che gli è sempre mancata.

Leggendo la trama del primo numero e la premessa della serie confesso di essere stato scettico. Visione ha già una famiglia. Ci sono Wanda, Billy e Tommy, tutti e tre (beh, a parte Tommy) personaggi interessanti e ben collaudati, che necessità c’è di creare Vivian Vin e Viv? Perché la Marvel deve sempre impipparsene della propria continuity alla ricerca di qualcosa di nuovo in grado di far comprare a qualcuno un nuovo #1, salvo poi fargli perdere interesse? (In caso non si sia capito, lo ribadisco a scanso di equivoci: io detesto con passione la Marvel.) Eppure, in questo caso, avevo pienamente torto. Un fumetto su Visione senza Vivian Vin e Viv non avrebbe funzionato. Il merito è senza dubbio da attribuire a Tom King, che ne è l’autore.

Tom King è un ex agente della CIA che si è reinventato sceneggiatore di fumetti, ed è talmente bravo che, dopo un’esperienza tutto sommato limitata con Grayson e The Omega Men, la DC l’ha messo sotto contratto in esclusiva a scrivere il titolo-corazzata per eccellenza, ossia Batman.

Qual è il segreto di The Vision? Come mai un semplice fumetto sulla vita famigliare di un Avenger di serie B è più interessante di tutti gli eventi-che-scuotono-le-fondamenta-dell’universo-marvel-che-nulla-sarà-più-come-prima-stavolta-davvero-giurin-giurella che costellano il piano editoriale Marvel?

Intanto la storia è focalizzata più sulle relazioni tra Vision e la famiglia che si è creato, e tra il nucleo famigliare stesso e il mondo suburbano in cui hanno scelto di vivere, che su altri capisaldi dei fumetti come le tre A di Ortolani (Azione, Avventura, Atette). Ci sono ben pochi momenti “prendiamo a pugni il cattivo di turno in nome della giustizia” e quando ci sono pugni (o spari) il loro impatto narrativo e drammatico è massimo. The Vision è soprattutto una storia su un personaggio, Visione, e il suo rapporto con l’umanità, in tutte le accezioni del termine.

E so già che state per obiettare: dunque The Vision ti piace perché è l’unico fumetto pretenzioso che sta pubblicando la Marvel in questo momento. La risposta in realtà è un sonoro no. Devo ammettere che, sì, all’inizio, quando la Marvel ha annunciato il titolo all’interno del nuovo rilancio, ho pensato fosse dovuto alla comparsa di Visione in Avengers: Age of Ultron in un tentativo di mungere la vacca cinematografica. Ma è assai probabile che chi ha acquistato The Vision nella speranza solo di trovare il Visione dell’universo cinematografico Marvel abbia mollato la serie al primo numero. Non è quello il Visione di cui parla Tom King, è il Visione che da decenni è parte integrante, anche se talvolta un po’ defilata, dell’universo Marvel. In effetti, c’è un albo in cui Visione stesso enumera tutte le volte in cui, da solo o quale parte degli Avengers, il suo contributo è stato fondamentale per salvare la Terra. Sono trentasette, per la cronaca.

Visione funziona non perché è un fumetto diverso dagli altri ma perché offre altro rispetto alla media dei fumetti Marvel, utilizzando però a questo fine (e al meglio) gli strumenti stessi del fumetto. La trama orizzontale di The Vision non è solo dedicata all’introspezione del personaggio principale, ma offre anche al lettore un buon quantitativo di dramma, suspense e perfino orrore. Tom King è assolutamente fantastico nello scrivere dialoghi che siano nello stesso tempo tematicamente complessi eppure facili da seguire e piacevoli da leggere. Proprio nel primo numero c’è un brillante scambio di battute tra Visione e sua moglie Virginia che discutono, commentando la visita appena conclusa di due vicini di casa che sono andati a presentarsi, se sia più opportuno dire “they seemed nice” o “they seemed kind” con il commento finale di Visione che lascia spiazzati: “Ergere a verità ciò che è privo di significato è la missione fondamentale dell’umanità”.

vision

C’è inoltre un intero albo costruito sul problema delle classi P e NP, un problema informatico tuttora insoluto, che Tom King riesce in maniera intelligente e spettacolare a far suonare umano come mai probabilmente lo è stato.

In un momento in cui, tra casi di pessima scrittura, eccessiva compiacenza, e scelte editoriali discutibili, la Marvel pare non abbia molto da offrire, The Vision è una boccata d’aria fresca dopo una settimana in metropolitana (la linea 2 di Milano, per la precisione – e la settimana è a inizio giugno). Tom King prende un personaggio già stabilito e con la sua fanbase e gli disseziona la mente offrendo la possibilità di capirlo sia a lettori di lungo corso che a quelli che hanno scoperto della sua esistenza con Age of Ultron. Lo fa rispettando il passato di Visione, e anzi costruendo a partire da esso. The Vision non è il solito fumetto caciarone con supereroi che risolvono problemi prendendoli a pugni in nome della giustizia, ma una storia sulla normalità e su tutto il lavoro che occorre (a una creatura sintetica come Visione, ma anche a noi gente a base di carbonio) per fare parte della società.

Visione uscirà in Italia a Novembre quale parte del nuovissimo universo Marvel pubblicato da Panini. In America a quel punto la serie si sarà probabilmente già conclusa, visto che Tom King è sotto contratto in esclusiva con la DC e impegnato attualmente a scrivere Batman, inoltre la Marvel ha appena annunciato un ennesimo rilancio (o rebranding, o EVENTO CHE QUESTA VOLTA NIENTE SARÀ PIÙ COME PRIMA STAVOLTA DAVVERO LO GIURO SUL CANE DI JOE QUESADA) in cui parecchie serie dell’All-New, All-Different Marvel saranno con buona probabilità chiuse e sostituite da altre (sento già nell’aria la versione donna afroamericana pacifista bisesssuale disabile grassa ma con le tette piccole che sennò è oggettivazione del corpo femminile di Punisher, la cui missione è punire il crudele uomo bianco e difendere i diritti delle minoranze, o l’ennesimo supereroe gwenstacyzzato, tipo L’INARRESTABILE GWENVERINE). The Vision avrà sicuramente 12 numeri, di cui sette sono già usciti in America. Il mio consiglio spassionato è di comprarli, magari in edizione omnibus, sia che vi piacciano i fumetti e conosciate a menadito la storia e le avventure passate di Visione, sia che siate dei neofiti.