Dunque, gente, carte in tavola. Di cosa parla la vostra fan fiction su Harry Potter? Non mentite. So che ne avete una – sia essa custodita in un file remoto sul vostro computer, o su un sito internet che non visitate più da un decennio, o nei recessi della vostra mente.
Visto che vi vedo restii, comincio con la mia. La mia fan fiction su Harry Potter iniziava poche ore dopo la conclusione di Harry Potter e i doni della morte con l’arrivo di Albus Potter e Rose Weasley a Hogwarts, dove durante la cerimonia dello smistamento succedevano due cose strane: primo, Scorpius Malfoy finiva in Grifondoro, e secondo – e ancora più inusuale, anzi, unico – al momento di decidere la casa di destinazione di Albus il Cappello proclamava di non essere in grado di prendere una decisione (questo nonostante le insistenze di Albus di essere smistato in Grifondoro insieme al resto dei suoi parenti). C’era inoltre qualche riferimento a una cabala segreta di maghi malvagi che facevano esperimenti con legilmanzia e occlumanzia, la professoressa di pozioni e vicepreside che era modellata su Tilda Swinton (perché sì) e, ovviamente, un kraken nel laghetto di Hogwarts. Ne ho scritti solo sei capitoli, niente di meraviglioso o catartico, ma più che altro un modo con cui tentavo di rimanere connesso a un universo e dei personaggi a cui mi ero molto affezionato.
Poi c’è questo tizio di nome Jack Thorne. Anche Jack Thorne ha scritto una storia ambientata una ventina di anni dopo I doni della morte, su Albus Potter che stringe amicizia con Scorpius Malfoy e ha difficoltà a relazionarsi con suo padre, il leggendario Harry Potter, ormai adulto. Solo che la storia di Jack Thorne non è fan fiction. È la canonica ottava avventura di Harry Potter, scritta in forma di copione teatrale per Harry Potter and the Cursed Child, che da noi è diventato Harry Potter e la maledizione dell’erede.
La storia della Maledizione dell’erede parte direttamente da J.K. Rowling, che ne ha scritto il soggetto, ed è stata poi sviluppata da John Tiffany e Jack Thorne, che ne ha scritto la sceneggiatura teatrale, che è il formato con la quale la storia è stata presentata al lettore. Thorne per la cronaca ha già lavorato a sceneggiature televisive per Skins, Shameless, This Is England e Glue, tutte serie e miniserie che a me sono strapiaciute. La questione a mio avviso è che, per quanto talento ed esperienza possa avere Thorne, e per quanto la storia possa essere partita dalla stessa Rowling, leggendo Harry Potter e la maledizione dell’erede non si riesce mai a scollarsi di tutto di dosso l’impressione di trovarsi di fronte a una fan fiction.
Partiamo da un presupposto, recensendo Harry Potter. Almeno per quanto riguarda, il mese che ho trascorso leggendomi uno dietro l’altro tutti e sette i romanzi della serie è stato uno dei più belli nella mia vita di lettore. E la questione è che non proverò mai le stesse emozioni che ho provato leggendo per la prima volta Harry Potter. Nemmeno con La maledizione dell’erede – per quanto tenti di riallacciarsi al proprio passato.
E forse è proprio questo il problema della Maledizione dell’erede: si tratta di una storia estremamente derivativa che cerca di infilare dentro sé stessa quanti più personaggi e situazioni che hanno fatto grande la saga di Harry Potter. È mia opinione personale che la Rowling con il maghetto che l’ha resa multimilionaria non voglia più averci granché a che fare. Si tratta di una decisione che non condivido ma che posso rispettare, in quanto a nessuno scrittore piace restare ammanettato a un personaggio quando tutto ciò che su di lui doveva essere detto è stato raccontato. È anche un po’ il motivo per cui, secondo me, la Rowling vuole tenere tutto quello che riguarda Harry Potter sotto stretto controllo, è coinvolta nella sceneggiatura degli Animali Fantastici e rifiuta di licenziare i personaggi e l’ambientazione alla WB, la quale potrebbe ad esempio ricavarne delle serie a fumetti, un po’ come sta facendo la Disney con Star Wars.
C’è anche da dire che Harry Potter e la maledizione dell’erede è stato pensato sin dalla sua genesi come rappresentazione teatrale, un media inedito per Harry Potter, e quindi forse la volontà di rimanere ancorati al passato è più che altro dettata dal desiderio di esporre su un palco nuovo (no pun intended) personaggi e situazioni che fino a questo momento si erano solo lette o viste al cinema.
La maledizione dell’erede è una storia ancorata al passato di Harry Potter, nonostante Harry stesso sia relegato a un ruolo sostanzioso ma pur sempre secondario. E quando dico passato intendo proprio gli anni Novanta, quelli del ritorno di Voldemort e della seconda guerra.
A livello personale non posso negare di aver provato orrore e sgomento quando mi sono reso conto che una storia del genere necessitava di un ben preciso deus ex machina. Il deus ex machina per eccellenza, quando si parla di Harry Potter. L’unico oggetto-barra-stratagemma-narrativo che avrebbe dovuto rimanere sepolto e per sempre obliato. Esatto, sto parlando delle giratempo di Il prigioniero di Azkaban. Vorrei poter dire che la nuova storia ha contribuito a far luce sul peggior oggetto magico mai creato dalla Rowling, e magari farmi accettare la sua esistenza, ma non è così. Ancora odio le giratempo. Fanculo le giratempo.
La storia in sé, poi, non è malvagia, ma non è nemmeno eclatante. E qui risiede gran parte del problema, secondo me.
Ciò detto, ci sono alcune cose che mi sono piaciute assai. Intanto, questa storia sarebbe dovuta essere più accuratamente intitolata Harry Potter e la rivincita dei Malfoy, perché sia Draco sia, soprattutto, Scorpius ne escono decisamente vincitori. Un Draco ormai adulto, che ha passato vent’anni a venire a patti con il suo passato e quello dei suoi genitori, ha parecchie battute pregnanti e degne di nota, ma la vera star della Maledizione dell’erede è Scorpius. Scorpius – così come Albus – è un personaggio più moderno rispetto a come suonavano all’epoca delle loro avventure giovanili Harry, Ron ed Hermione, ciò non toglie che si tratta di una caratterizzazione perfettamente accettabile dal momento che la storia si svolge nel 2016. L’amicizia che lega Scorpius ad Albus, centrale nel corso della trama, è assolutamente fantastica e adorabile. In pratica, ogni scena con Scorpius e Albus è migliore della precedente.
In ultima analisi Harry Potter e la maledizione dell’erede non è un brutto libro, ma è al massimo mediocre. E questo è perché non è pensato per essere letto, ma guardato a teatro. E questo è il mio consiglio: se volete leggerlo bene, ma se avete l’occasione, fiondatevi a teatro a vederlo (a patto che troviate i biglietti, perché stando al sito ufficiale è sold out fino a dicembre DUEMILADICIASSETTE). Io sono sicuro che alla prima occasione lo farò (sempre ammesso di non morire prima di vecchiaia o che non ne ricavino un film una volta finita la trilogia degli Animali Fantastici).
E questo conclude la recensione. Ora mi prendo due paragrafi per parlare del fandom di Harry Potter.
Signori, siete il peggio del peggio. Non tutto vi è dovuto. J.K. Rowling è la proprietaria della storia, non voi. Potete frignare quanto vi pare che, secondo il vostro stimato parere, Harry Potter e la maledizione dell’erede non è canon perché non collima con l’idea che vi eravate fatti di come sarebbe dovuta andare la storia. O, i peggiori in assoluto, quei fan per i quali la relazione tra Albus e Scorpius avrebbe dovuto evolversi un una storia d’amore. Perché due maschi non possono essere amici senza volerselo buttare al culo.
Forse troppe fan fiction vi hanno dato alla testa. Perché scrivere non è una democrazia. Per quanto fervente possa essere la vostra passione per la saga, le redini le ha sempre in mano l’autore, non voi. Per cui fatevene una ragione e cercate di non fare capricci.
La mia fanfict parlava dell’insostenibilità economica del modello potteriano.
http://leganerd.com/2013/01/30/studiare-a-hogwarts/
Però nei commenti si è analizzata l’idea di una scuola degradata dove il commercio di capelli e unghie di personaggi famosi spingeva a un mercato del sesso mercenario grazie a pozioni polisucco e studenti ben disposti, per approdare in una distopia comunista con un KGB magico e potenzialmente imbattibile.
Harry Potter non mi è piaciuto.
Però i film erano decenti.
La mia vaga idea di fanfiction di Harry Potter riguardava l’esistenza di un personaggio Serpeverde creato ex novo, un aspirante creatore di bacchette che durante gli eventi del settimo libro, avrebbe fatto il doppio gioco aiutando i pischelli della resistenza.
Più che altro, perché mi aveva rotto l’idea che i Serpeverde fossero tutti delle merdacce. Ah, nessun siparietto omoerotico e nessuna storia di lovvo A x B, non ho mai sopportato come nelle fanfiction si stravolgesse il carattere dei personaggi: o è già fatto in quel modo, o i sogni bagnati ce li si tenga per sé! 😛
Comunque, grazie agli dei non l’ho mai sviluppata, il mondo è salvo.
Secondo te, la Rowling non ha più voglia di star dietro a Harry? Sarebbe ammirevole, potrebbe spompare quel franchise per altri cinque anni, sovraesponendolo fino alla completa saturazione e svaccandosi di soldoni, mentre esplorare nuove idee sarebbe più rischioso sia in termini di reputazione che di guadagno – infatti, i suoi libri successivi hanno avuto meno successo. Però, secondo me, ci tornerà ogni tanto, quando vedrà un nuovo bel castello che le piacerebbe comprare 😛
Ops, l’ho annidato male 😛 chiedo scusa
La Rowling con Harry Potter è a un passo da diventare George Lucas – e non aiuta che la fanbase di HP sia irritante come quella di Star Wars.
Visto che vuole mantenere il controllo creativo su Harry Potter, tornare a lavorarci mi sembra una cosa d’obbligo, specialmente perché se la WB vuole mantenere i diritti deve produrre per lo meno un film ogni tot anni. A questo punto io sono più che convinto che la Rowling voglia starsene in pace e scrivere i suoi gialli a tema floreale da brava signora della campagna inglese (e se fossi nella sua invidiabile posizione credo farei lo stesso).
*spoiler* Qual è la tua opinione riguardo tutta la questione di Voldermort e Delphi?
Eh, diciamo che è stata più o meno la stessa reazione che ho avuto leggendo l’intero libro. Era accettabile (anche se l’ho vista arrivare lontano chilometri) ma avrei preferito che invece di focalizzarsi sul passato si creasse qualcosa di nuovo in grado di guardare al futuro.
ragazzi ho comprato il libro oggi e letto tutto dun fiato…. vi dico solo una cosa… profondamente delusa… dalla grande rowling mi sarei aspettata molto di più… la storia avrebbe avuto un potenziale se fosse stata approfondita meglio…. l’idea di scrivere il libro a mo di sceneggiatura la trovo pessima, come se non avesse voluto perdere tempo come negli altri libri… in definitiva non ha nulla a che fare con il trasporto mentale e sentimentale che si ha leggendo gli altri libri di harry potter.
P.S. sono in pieno accordo con il sociopatico.
Considerare La maledizione dell’erede un libro inteso come romanzo è sbagliato, perché non è nato per esserlo. Si tratta della sceneggiatura dell’opera teatrale che è stata resa disponibile in formato cartaceo.
Salve a tutti! Sono rimasta profondamente delusa dal libro. Una delle cose che ho sempre apprezzato della Rowling era la coerenza nella creazione delle “regole magiche” e l’assenza di un certo tipo di retorica, di cui purtroppo é intriso questo libro.
***spoiler***
Le rivelazioni sull’erede le trovo concettualmente assurde. Voldemort non concepiva proprio l’amore, figurarsi se avesse mai preso in considerazione l’idea di un figlio…piuttosto sarebbe stata una minaccia (qualcuno con cui dividere il potere??? ).
Libro bocciato sia per la storia e sia per come è stata scritta.
CONTIENE SPOILER. Condivido le opinioni che ho letto: tutto un po’ frettoloso e poco approfondito: la cattiva liquidata in quattro e quattr’otto, molti personaggi risultano macchiettistici e basta (Due scenette e a Silente, due ad Hagrid, il povero Ron diventa un battutista da due soldi e nulla più). La trama mi ha tragicomicamente ricordato “Ritorno al futuro II”. La battuta migliore ce la lascia Piton “E Piton? Cosa fa Piton in questo altro mondo?” “Sono morto, presumo”. A sua discolpa, come avete scritto, c’è che è uno script, e quindi la cosa migliore sarebbe andare a vedere lo show.
PIENO DI SPOILER: in parte sono d’accordo con il sociopatico, ma dire che Albus e Scorpius siano personaggi più moderni… credo che gli autori non si siano soffermati nemmeno 2 secondi a caratterizzarli: hanno preso i rispettivi genitori e hanno dato ai figli caratterizzazioni esattamente opposte, forse per mancanza di fantasia o forse per caricare ulteriormente la trama con il solito vecchio conflitto generazionale (come se ce ne fosse bisogno…)! Tant’è che Albus viene fuori come un bamboccio capriccioso che dice e fa tutto il suo meglio per contraddire e deludere il padre di proposito: davvero il protagonista più irritante della storia del teatro! Mentre la caratterizzazione di Scorpius lo fa somigliare al Ron che conoscevamo nei precedenti 7 libri, e quindi un po’ meno detestabile. Rose Granger Wesley è chiaramente la fotocopia di Hermione ma più superstiziosa e meno incline all’amicizia e allo spirito di comunione. Ora, dire che l’amicizia dei protagonisti sia adorabile mi sembra azzardato… l’unica scena tra loro due degna di nota secondo me è quella delle scale, ma giusto immaginandomi come sia stata realizzata in teatro!
Veniamo alla caratterizzazione dei vecchi personaggi: qui sono stati commessi omicidi plurimi! Purtroppo la Rowling ha passato 7 libri a delineare così meticolosamente il carattere dei suoi personaggi che tutti i fan che amano la saga sanno perfettamente cosa avrebbe fatto o detto ogni singolo personaggio in una data situazione, prima ancora di leggerlo… e quelli che sono riportati in the cursed child NON sono quei personaggi, nemmeno gli somigliano, portano solo i loro nomi! Harry non avrebbe mai a mente lucida minacciato la McGranitt di attaccare Hogwarts e altrettanto la McGranitt non avrebbe così facilmente ceduto la sua autorità, Ron che per tutto il libro si comporta come un ubriaco o un comico involontario che non sa nemmeno in che mondo vive e questo per tutti quanti è assolutamente normale (ma che fine ha fatto Ron?), Silente ha lo spessore emotivo e la profondità di discorsi dei baci perugina, e Piton… Piton che ride? Io non posso immaginare Piton che ride (il massimo sorriso di Piton è un ghigno beffardo… forse)! Che mostra gratitudine e riconoscenza a Harry per aver dato a suo figlio il suo nome? Non esiste! In nessuna realtà parallela! È come se per 7 libri la Rowling ci avesse apparecchiato con minuziosa attenzione una stupenda tavola imbandita dove ogni forchetta e ogni bicchiere sono esattamente al loro posto, ora arriva Jack Thorne e scaraventa il tavolo per aria e per tutta risposta la Rowling commenta dicendo: “È canone”…
Beh allora, se scrivere non è una democrazia, leggere è una dittatura in quanto ognuno legge ciò che vuole e crede in ciò che vuole e ritiene il proprio personalissimo canone ciò che vuole! E, per quanto mi riguarda, the cursed child è un grande, enorme, colossale NO! E, allo stato attuale delle pubblicazioni, per me la saga di Harry Potter si conclude con i doni della morte!
Parlando da appassionato della saga fin dal suo primo vagito (mi fu regalato il primo libro quando ancora la Rowling era una perfetta sconosciuta), non posso che essere d’accordo con Michele, per quanto riguarda l’enorme stravolgimento che il carattere dei personaggi ha subito in quest’opera. E questa temo sia una cosa che nemmeno l’andare a vedere lo spettacolo a teatro possa cambiare.
Ma siccome quest’argomento è già stato affrontato, vorrei invece parlare di un altro, colossale buco nella trama, che mi ha fatto contorcere mentre leggevo il libro… senza ovviamente considerare il fatto che tutti i nomi che ci eravamo abituati a conoscere per sette libri ed otto film sono qui tutti riportati al loro originale inglese (cosa che ho odiato anche in Star Wars, ma sto divagando), cosa che mi ha fatto chiedere: “Ma i traduttori hanno mai letto un libro di Harry Potter? Lo sanno che McGonagall nei libri italiani è sempre stato McGranitt? O sono l’unico che leggeva il libro ad alta voce dicendo i nomi giusti per cercare di ovviare a questa fastidiosissima pecca?”.
**SPOILER**
Dunque, il buco nella trama compare verso la fine del libro, Quarto Atto, Quinta Scena: Albus e Scorpius sono lì a decidere come fermare Delphi, quando ad Albus viene la brillante idea di lasciare un messaggio sulla coperta di Harry. “Geniale!” commenta Scorpius, e poco dopo infatti l’allegra brigata accorre a salvare la situazione.
Peccato però che chiunque abbia un briciolo di dimistichezza con i paradossi temporali (essere fan di PK o di Ritorno al Futuro è più che abbastanza) capisce che questo piano non ha alcuna possibilità di funzionare. Se infatti l’unica interferenza di Albus e Scorpius in quel passato è stata quella di lasciare un messaggio segreto su una coperta che sarebbe stato scoperto quarant’anni dopo, senza alterare null’altro, come fa Harry a riceverlo in una linea temporale che rischia di essere riscritta?
Mi spiego meglio: Siamo nell’Alterazione Zero (ovvero la prima volta che Albus e Scorpius mettono piede a Godric’s Hollow nel passato, senza che vi siano state altre alterazioni prima, non contando quelle di Diggory che sono state già risolte), vi si trovano i due ragazzi, e Delphi. Essendo l’Alterazione Zero, i due non hanno lasciato il messaggio sulla coperta, e quindi l’Harry del loro tempo non può ancora sapere dove si trovano per salvarli. Loro lasciano il messaggio che, teoricamente, sarà letto da Harry quarant’anni dopo. Nel frattempo però, Delphi non viene ostacolata, parla con suo padre e (presumibilmente) cambia il futuro. A causa dell’alterazione prodotta da Delphi, l’Harry Potter che riceve il messaggio dopo 40 anni (ammesso che sia vivo per riceverlo) non è quello che conosce Albus, e che nel libro viene nel passato a salvarlo, bensì quello che scaturirà dalle conseguenze dell’alterazione… se mai si verificheranno le condizioni che portino una pozione d’amore a versarsi sulla coperta.
Di fatto il viaggio nel tempo viene visto né più né meno come un teletrasporto da un luogo a un altro, cioè qualcosa di istantaneo le cui ripercussioni avvengono in maniera istantanea. Se però questa cosa è vera nel caso di Albus, deve esserlo anche nel caso di Delphi: questo mi porta a pensare che l’unica cosa che possa giustificare ciò che è scritto nel libro è che l’alterazione di Delphi non è stata determinante, come avverrebbe se Voldemort la uccidesse su due piedi senza darle il tempo di spiegarle un bel niente.
Come escamotage però lo considererei piuttosto deludente…
Personalmente ho trovato il rapporto tra Scorpius e Albus anche troppo ammiccante, e visto che siamo nel 2016, se fossero stati davvero gay sarebbe stato l’unico passo in avanti dell’intero libro. Sarebbe stato (spoiler) molto più credibile di Voldemort che ingravida Bellatrix (ma stiamo scherzando?) di Ron che annuncia di sapere di aglio (disgustoso), di Hermione che nasconde la giratempo proibitissima nella libreria in ufficio (alla faccia della streghetta più brillante di Hogwarts) di Harry che fa il cafone con la McGranitt e con il quadro di Silente (onora il padre e la madre, recita il comandamento) e di Silente che implora il perdono di Harry, il quale lo manda a fare in culo (incommentabile). Beh, si, i figli di Harry e di Draco che sono gay e innamorati è, in realtà, un libro che si scrive praticamente da solo, altro che figlie segrete di Voldemort
Forse era meglio non pubblicare mai un ottavo libro o “opera per teatro “che sia,forse i primi 7 sono stati troppo straordinari,forse era meglio che ognuno di noi si tenesse un proprio sequel per sé, fatto sta che la Rowling è riuscita pienamente nel suo intento VENDERE!!!!! Comunque a me a tratti e piaciuto pur non essendo un romanzo come i primi 7 vorrei vedere l’opera a teatro per capire veramente quanto vale.
Niente ci è dovuto, è verissimo, ed è giusto che una scrittrice abbia tutta la libertà di fare quello che vuole del mondo e della trama che ha ideato… L’unica cosa che possiamo fare è esternare un’opinione in merito. Ora… Capisco l’opera teatrale, capisco la voglia di giocare con una saga di tale portata, capisco le fan-fiction… Ma per quale motivo metterci la firma e confermarne la canonicità? Non è che “non collima con l’idea che vi eravate fatti di come sarebbe dovuta andare la storia”, è che stravolge e insulta tutto quello che c’è stato. E non me ne fregherebbe nulla dei buchi della trama e delle giratempo… Il vero insulto sta nello stravolgere i personaggi, che per uno scrittore sono come dei figli, dei compagni che continuano a vivere dentro dite. La Rowling ha, a tutti gli effetti, svenduto i propri personaggi. Li ha distrutti, li ha uccisi, ha eliminato tutto quello che ha creato in nome di un po’ di marketing in più, e questo significa che ha definitivamente smesso di essere Scrittrice.